Quale democrazia? Lo scandalo Watergate era una operazione di intelligence per eliminare Richard Nixon
Articolo originale in lingua inglese pubblicato dal sottoscritto su X News il 10 maggio 2013
Siamo abituati a pensare allo scandalo Watergate come a una pietra miliare della libertà di stampa e della democrazia Americana. In questi giorni l’argomento è tornato di grande attualità, perché il mancato endorsement da parte del Washington Post al candidato alla presidenza degli Stati Uniti ha suscitato reazioni indignate da parte della redazione storica del giornale in particolare dai due giornalisti che hanno condotto la storica inchiesta sul Watergate: Bob Woodward e Carl Bernstein. Questi soggetti hanno definito “sorprendente e deludente” la mancata sponsorizzazione da parte dell’editore del candidato democratico.
Questo articolo dimostra che l’inchiesta Watergate è stata non solo pilotata dall’intelligence degli Stati Uniti ma che addirittura anche l’irruzione al comitato dei democtatici è stata una iniziativa della CIA.
Ci hanno raccontato che due semplici giornalisti americani hanno condotto una inchiesta su una violazione di domicilio avvenuta il 17 giugno 1972 al Comitato Nazionale del partito Democratico presso il palazzo del Watergate a Washington DC e sul tentativo dell’amministrazione Nixon di insabbiare il proprio coinvolgimento in questa iniziativa. Questa inchiesta giornalistica ha poi portato alle dimissioni del Presidente Nixon il 9 agosto 1974.
Ma la maggioranza delle persone non sa nulla della vera storia del Watergate. Quello che sappiamo è che i giornalisti titolari dell’inchiesta erano due sconosciuti: Bob Woodward e Carl Bernstein.
Quello che non sapete è che prima di diventare un “giornalista”, Robert Upshur “Bob” Woodward era un ufficiale dell’ONI, cioè dei servizi segreti della Marina USA.
L’ONI (Office of Naval Intelligence) è l’agenzia di intelligence più antica e più prestigiosa dell’intero apparato di intelligence statunitense, il loro motto è “Once ONI, always ONI“.
Mentre era nell’intelligence navale Bob Woodward era l’ufficiale di collegamento che riferiva all’ammiraglio Thomas Hinman Moorer, il quale durante lo scandalo Watergate era (per puro caso) il capo di stato maggiore delle forze armate USA.
Per puro caso, l’ammiraglio Moorer era l’ufficiale militare che autorizzò i suoi subordinati a spiare le riunioni del Consiglio per la Sicurezza Nazionale alla Casa Bianca durante le indagini sul Watergate… perché né la polizia del Distretto di Columbia, né l’FBI hanno giurisdizione per spiare la Casa Bianca né qualsiasi altro organo del governo degli Stati Uniti. L’ordine deve arrivare ed essere costantemente supervisionato dall’ufficiale militare statunitense di grado più alto, che di solito è il capo del Joint Chief of Staff, in questo caso era l’ex capo di Woodward cioè l’Ammiraglio Moorer.
Bob Woodward durante le indagini sul Watergate fu imboccato da una fonte nota come “gola profonda”, che poi per sua stessa ammissione è stato scoperto che si trattava del direttore associato dell’FBI Mark Felt.
Nella redazione del Washington Post, il supervisore di Bob Woodward era Ben Bradlee, un ex ufficiale dell’intelligence della Marina, esattamente come Woodward, poi passato alla CIA nelle operazioni di propaganda in Europa. Ben Bradlee ricevette la nomina nelle file della Marina USA due ore dopo la laurea nel 1942.
Bradlee entrò nell’Office of Naval Intelligence e lavorò come ufficiale delle comunicazioni nel Pacifico durante la seconda guerra mondiale. I suoi compiti includevano la gestione di cablo classificati e codificati.
Nel 1952, durante il suo servizio nella CIA, Ben Bradlee entrò a far parte dello staff dell’Office of U.S. Information and Educational Exchange (USIE), l’unità di propaganda del dipartimento di Stato. L’USIE produceva film, riviste, ricerche, discorsi e notizie che erano poi utilizzate dalla CIA in tutta Europa. L’USIE (in seguito nota come USIA) controllava anche Voice of America, il servizio ufficiale radiotelevisivo del Governo federale degli Stati Uniti. Mentre era all’USIE, secondo un promemoria del Dipartimento di Giustizia di un assistente procuratore degli Stati Uniti nel processo Rosenberg, Bradlee stava aiutando la CIA a gestire la propaganda europea per caldeggiare la condanna per spionaggio e l’esecuzione di Julius ed Ethel Rosenberg il 19 giugno 1953.
Devo continuare?
Per riassumere, in pratica l’FBI (gola profonda) forniva alla Naval Intelligence (Bob Woodward) informazioni cruciali su una serie di crimini perpetrati dal Presidente degli Stati Uniti e tutto ciò avveniva sotto la supervisione della CIA (Ben Bradlee) e il tutto veniva monitorato dal Capo di Stato Maggiore USA, l’ammiraglio Thomas Hinman Moorer ex capo di Bob Woodward.
Vi fornisco un altro piccolo dettaglio: come l’indagine criminale ha portato gli investigatori dagli scassinatori del Watergate alla Casa Bianca? Grazie a un biglietto trovato nella tasca della camicia di uno dei ladri: Eugenio R. Martinez. Nel biglietto c’era il numero di telefono dell’ufficio della Casa Bianca di un certo Howard E. Hunt, uno dei più famosi agenti della CIA.
Eugenio Martinez era un cubano che lavorava per la CIA dallo sbarco nella baia dei Porci e non era uno che andava in giro con biglietti in tasca con i numeri di telefono del suo Supervisore della CIA che per puro caso in quel periodo lavorava anche per la Casa Bianca.
Come è arrivato Howard Hunt a lavorare per la Casa Bianca? Questa è una domanda che si era fatto anche Richard Nixon. La risposta è a causa del direttore della CIA Richard Helms che, prendendo come scusa la fuga di notizie dei Pentagon Papers, si sentiva più “sicuro” con Howard Hunt alla Casa Bianca………………………..
Howard Hunt non era un agente della CIA qualsiasi, come Oliver Stone fa dire a Richard Nixon nel film Nixon (1995) “Hunt è nel libro degli orrori“. Hunt era un fedelissimo di Helms e veniva utilizzato per le operazioni più delicate. Hunt aveva iniziato la sua carriera con un grande successo in Guatemala portando a termine il colpo di stato del 1954 con cui la CIA riuscì a rimuovere il presidente democraticamente eletto Jacobo Árbenz e che mise al potere una giunta militare guidata dal generale Carlos Castillo Armas. Hunt aveva svolto un ruolo cruciale anche nel fallito sbarco della baia dei Porci, dove coordinava un gruppo di Cubani che poi sono stati da lui stesso reclutati e portati negli USA. Si tratta di nomi che hanno fatto la storia dell’intelligence USA, perché sono gli stessi che hanno eseguito l’irruzione al Watergate: Virgilio González, Bernard Barker, Eugenio Martínez e Frank Sturgis. Questi Cubani. dalla baia dei Porci in poi sono stati utilizzati dalla CIA per operazioni sia interne che esterne. Durante l’irruzione al Watergate i Cubani stavano lavorando per Howard Hunt che lavorava per la Casa Bianca. Ah si, Howard Hunt era a Dallas il 22 novembre 1963 e pare sia il terzo dei finti barboni fermati dalla polizia di Dallas, di cui c’è anche una fotografia.
La presenza di Hunt e il collegamento con Martinez ci fa capire che anche l’irruzione al Watergate è stata ideata e condotta dall’intelligence USA. Adottando una metafora, Richard Helms è stato il vero scrittore della storia nota come Watergate, c’era ovviamente anche un editore della storia, probabilmente anche più di uno ma sarebbe troppo per noi, non siamo abbastanza abili da identificare l’editore e comunque non è importante, ciò che importa è sapere che il Watergate non è assolutamente quello che ci hanno raccontato e che volevano farci credere e che c’è un’altra storia dietro quella ufficiale.
In pratica, il Watergate è stato un modo per sbarazzarsi di Richard Nixon attraverso una inchiesta giornalistica ideata, guidata e gestita interamente dall’inizio alla fine dall’intelligence degli Stati Uniti. Queste operazioni di solito sono multi-purpose, cioè servono più obiettivi contemporaneamente e il fatto di avere creato l’immagine del mondo libero e di una stampa libera poteva dirsi un enorme successo perché la credibilità dei media era in grave crisi già all’epoca.
La storia ha portato il pubblico mondiale a credere che l’America fosse la più grande democrazia del mondo e che la stampa libera nel mondo libero della più grande democrazia occidentale può aiutare a scoprire un governo corrotto e a liberarsene. Possiamo affermare senza ombra di dubbio che chiunque fosse l’editore di questa storia era un vero maestro perché la storia del Watergate è un capolavoro di intelligence che definirei un opera d’arte. Il problema è che bastava andare un po a fondo di questa storia per capire che era tutta una montatura, una recita messa su ad arte per creare una immagine totalmente falsa dell’America e nel contempo per liberarsi di un personaggio ormai scomodo come Richard Nixon.
Questa storia è importante perché ci fa capire che da sempre questi soggetti che gestiscono le istituzioni ci hanno raccontato e continuano a raccontarci montagne di menzogne ma sopratutto bisogna considerare il fatto che queste operazioni non sono finite con il Watergate e non sono nemmeno iniziate con il Watergate, sono da sempre la realtà che ci propinano attraverso i media oggi più che mai.